L’edificio della cantina, integrato tra il verde delle vigne e i boschi circostanti, è un luogo in cui si va realizzando un’immersione nell’enologia ideale: cemento, acciaio e vetro costituiscono il “cuore tecnologico” dell’azienda, che batte con passione e precisione, illuminato ad arte e incorniciato dall’intenso verde della campagna di Todi.
La moderna struttura è concepita come uno spazio industriale abilmente progettato non soltanto come cantina ma come luogo in cui celebrare il vino come forma di arte e cultura. Dal terreno emerge un ambiente multifunzionale, destinato ad incontri culturali, mostre ed eventi. I locali destinati alla produzione, alla trasformazione e all’invecchiamento sono interrati, nel rispetto delle tradizionali pratiche enologiche, in modo da garantire la massima efficienza nei processi di vinificazione. In occasione della vendemmia, la razionalità progettuale torna a manifestarsi e le piccole cassette in cui si raccoglie l’uva vengono subito trasportate in cantina: qui solo i grappoli che hanno superato un’attenta selezione arrivano alla pigiatura. Il conferimento delle uve avviene per caduta, e i mosti e le vinacce dal piano superiore passano a quello inferiore grazie alla sola forza di gravità. Tale scelta è in linea con una filosofia di produzione orientata alla naturalezza del prodotto e al minimo intervento delle macchine.
La cantina non è soltanto un puro oggetto di design, ma un’architettura integrata nel paesaggio che la circonda e, nonostante la modernità delle forme, si armonizza con i luoghi, diventando lo spazio ideale in cui, seguendo i ritmi dettati dalla natura, i frutti preziosi lentamente si trasformano in vini pregiati.
L’edificio della cantina, integrato tra il verde delle vigne e i boschi circostanti, è un luogo in cui si va realizzando un’immersione nell’enologia ideale: cemento, acciaio e vetro costituiscono il “cuore tecnologico” dell’azienda, che batte con passione e precisione, illuminato ad arte e incorniciato dall’intenso verde della campagna di Todi. La cantina non è soltanto un puro oggetto di design, ma un’architettura integrata nel paesaggio che la circonda e, nonostante la modernità delle forme, si armonizza con i luoghi, diventando lo spazio ideale in cui, seguendo i ritmi dettati dalla natura, i frutti preziosi lentamente si trasformano in vini pregiati.
La moderna struttura è concepita come uno spazio industriale abilmente progettato non soltanto come cantina ma come luogo in cui celebrare il vino come forma di arte e cultura. Dal terreno emerge un ambiente multifunzionale, destinato ad incontri culturali, mostre ed eventi. I locali destinati alla produzione, alla trasformazione e all’invecchiamento sono interrati, nel rispetto delle tradizionali pratiche enologiche, in modo da garantire la massima efficienza nei processi di vinificazione. In occasione della vendemmia, la razionalità progettuale torna a manifestarsi e le piccole cassette in cui si raccoglie l’uva vengono subito trasportate in cantina: qui solo i grappoli che hanno superato un’attenta selezione arrivano alla pigiatura. Il conferimento delle uve avviene per caduta, e i mosti e le vinacce dal piano superiore passano a quello inferiore grazie alla sola forza di gravità. Tale scelta è in linea con una filosofia di produzione orientata alla naturalezza del prodotto e al minimo intervento delle macchine.
Qui, fin dal primo giorno, si è voluto dare enfasi alle varietà autoctone in generale e non poteva, pertanto, mancare un focus specifico su questo vitigno, il più strettamente connesso al territorio di Todi.
Dopo anni di sperimentazione a Roccafiore si è arrivati a comprendere le reali potenzialità del clone g5, un percorso “pioneristico” volto a smussare gli spigoli della rusticità ed esaltare sapientemente gli elementi distintivi: ne sono un immediato esempio l’eleganza e la scorrevolezza al palato, la tensione che asseconda la sapidità, la ricchezza estrattiva che non invade mai. Il risultato di armonia ed equilibrio che convergono in questo vino è frutto di anni di lavoro nella gestione del vigneto e di intuizioni in fase di vinificazione, tecnica e visione che hanno portato Roccafiore oggi a diventare l’azienda leader nella ricerca sul grechetto, con l’intento di elevarne giorno dopo giorno e vendemmia dopo vendemmia gli standard qualitativi.
L’Umbria è da sempre una regione dalla marcata anima bianchista, per via di una lunga tradizione nella produzione di grandi vini bianchi. Il grechetto di Todi è un antico vitigno autoctono del territorio, già menzionato da Plinio il Vecchio nelle pagine della Historia Naturalis. L’autore, descrivendo un particolare tipo di vite, dal caratteristico gusto scriveva: “Peculiaris est tudernis” ovvero: è tipico di Todi.
Le origini del grechetto di Todi non sono certe, come spesso accade, ma pare sia stato introdotto nelle regioni del sud Italia dai Greci, per poi trovare il suo habitat ideale soprattutto in Umbria. Il nome lo avvicina alla grande famiglia delle “uve greche” e le recenti indagini sul patrimonio genetico hanno messo in luce significative differenze con il grechetto di Orvieto. In passato si usava il generico termine grechetto per riferirsi soprattutto alla cultivar più diffusa nel territorio di Orvieto. Grazie alle analisi condotte sul DNA dei vitigni, oggi sappiamo che il grechetto di Todi è una varietà diversa rispetto alle altre tipologie coltivate nel centro Italia: al grechetto di Todi è associato il clone g5, molto diverso dal clone g109 della varietà comune più diffusa. Dall’annata 2010, il grechetto di Todi viene prodotto sotto la denominazione Todi Doc, che comprende i territori del comune di Todi ed alcune zone limitrofe.
Il grechetto di Todi è caratterizzato da un grappolo compatto, composto da acini piccoli con buccia sottile. Ha una maturazione più precoce del grechetto comune, questo gli consente di mantenere una buona freschezza e sviluppare un notevole e variegato profilo aromatico. Si adatta bene ai climi temperati delle zone collinari interne del centro Italia e ha una buona resistenza alle malattie. Tuttavia, preferisce estati fresche e ventilate con frequenti inversioni termiche a fine maturazione e terreni moderatamente argillosi, dotati di buona presenza di calcaree.
Loc. Collina 110/A
06059 Todi Fraz. Chioano PG
Umbria / Italia
GPS: 42.785733,12.448632
CAMPAIGN FINANCED ACCORDING TO (EU) REGULATION NO. 1308/2013.
OPERAZIONE FINANZIATA CON IL PSR PER L’UMBRIA 2014/2020 / MISURA 4 – SOTTOMISURA 4.1 – TIPOLOGIA DI INTERVENTO 4.1.1
Il progetto imprenditoriale che la Società Agricola “Il Collino di Todi” ha messo a punto è sostanzialmente diretto all’introduzione ed al successivo sviluppo di nuove coltivazioni arboree da frutto quali melograno, tartufaia, ciliegio ed olivi. L’intervento realizzato ha lo scopo di rafforzare le capacità produttive aziendali introducendo un rimedio strutturale in grado di sostenere le produzioni di collina, assicurandone rese e qualità, e lo sviluppo complessivo dell’azienda su cui negli anni si è già investito fortemente. Il progetto imprenditoriale ha previsto la realizzazione di un oliveto tradizionale ed un super intensivo con relativo impianto di irrigazione, un impianto tartufigeno, un impianto di frutteto (melograno e ciliegio), un invaso ad uso irriguo, delle recinzioni per la protezione delle colture arboree e degli interventi di sistemazione idraulico-agrarie con il ripristino dei fossi esistenti e delle scoline. Inoltre, l’azienda ha voluto mettere a disposizione degli operatori dell’attrezzatura agricola per la regolare gestione del fondo.
https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/key-policies/common-agricultural-policy/rural-development_it
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